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      Strudà, la frazione dal nome di Mela Cotogna

      Piazza di Struda scaled

      La storia di Strudà affonda le radici nell’età del bronzo, con evidenze di insediamenti risalenti all’epoca romana. Il toponimo Strudà deriverebbe dal termine latino Struthea, che si riferisce a una varietà di mela cotogna selvatica che cresce spontaneamente nelle campagne circostanti. Nel corso dei secoli, il feudo di Strudà è passato di mano in mano, inizialmente inglobato nella Contea di Lecce da Tancredi d’Altavilla e successivamente sotto la signoria degli Orsini Del Balzo. Nel 1591, il feudo venne venduto ai Pagano, per poi passare alla famiglia Saluzzo nel 1607 e successivamente agli Esperti. Grazie a quest’ultima famiglia, il palazzo ducale subì una significativa ristrutturazione. Con il matrimonio tra Margherita Vittoria Esperti e Andrea Saraceno di Montemesola, il palazzo e il feudo rimasero nella famiglia fino all’abolizione della feudalità nel 1806. Con l’unificazione dell’Italia nel 1866, Strudà fu aggregata al Comune di Vernole.

      Il Palazzo Esperti-Saraceni ha una storia ricca e affascinante, iniziando nel XV secolo con la costruzione da parte dei baroni Esperti, noti mecenati delle arti. Nel XVI secolo, il palazzo fu ampliato con elementi rinascimentali, come il portale bugnato e il cortile interno. Nel XVIII secolo, il palazzo passò per eredità alla famiglia Saraceno, che apportò ulteriori modifiche, tra cui l’aggiunta di una balconata barocca.

      Il convento di Strudà, fondato nel 1498 dai Francescani Scalzi, era dedicato alla predicazione e all’assistenza ai bisognosi. Composto da una chiesa, un chiostro e una biblioteca, il convento visse un periodo di splendore fino al XVII secolo, quando fu soppresso nel 1650. Oggi rimangono solo alcuni resti, testimoni della sua antica importanza.

      Il Pozzo di Strudà, situato nella piazza principale, è una replica della fontana cinquecentesca andata distrutta nel 1958. Decorato con motivi barocchi, il pozzo è dedicato alla Madonna della Neve, patrona di Strudà, e rappresenta un simbolo della comunità. La devozione alla Madonna della Neve risale al 1498, quando si narra che nevicò a Strudà, un evento straordinario per la regione. Il pozzo non solo forniva acqua, ma era anche un luogo di aggregazione sociale e spirituale per gli abitanti.

      La Chiesa Madre di Santa Maria ad Nives è il principale luogo di culto della frazione, la cui struttura attuale risale ai restauri del XVI secolo. La chiesa presenta una facciata semplice ma elegante, con statue degli apostoli Pietro e Paolo. L’interno, a navata unica, ospita diversi altari dedicati a varie madonne e santi.

       

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