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      Sebastiano Arturo Luciani, il critico cinematografico della purezza del cinema

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      Sebastiano Arturo Lucianistato é stato un compositore e critico cinematografico di Acquaviva delle Fonti. L’autore sottolinea come, rispetto al teatro e alla narrativa, il cinema sembri trovarsi in una posizione di netta inferiorità. Questo è attribuito alla sua incapacità di sviluppare un contenuto originale, poiché tende a riproporre e rielaborare temi già presenti in altre forme artistiche, senza riuscire a dare vita a qualcosa di veramente innovativo.

      Un punto cruciale della critica risiede nella predominanza del fattore tecnico all’interno dell’industria cinematografica, che spinge a trascurare l’aspetto spirituale e contenutistico dell’opera. L’autore mette in evidenza come la commercializzazione dell’arte cinematografica comprometta il valore artistico stesso, portando a una generale mancanza di originalità nei soggetti trattati. Questa situazione è aggravata dalla tendenza dei produttori a pensare che il denaro possa risolvere ogni problema, portandoli a credere che soggetti costosi possano automaticamente garantire un successo commerciale.

      Inoltre, si evidenzia come i produttori spesso non comprendano appieno il valore intrinseco del materiale di cui si occupano. Questo porta a situazioni in cui, dopo aver investito somme considerevoli per acquisire un soggetto, lo trasformano in modi che ne compromettono la riconoscibilità e l’integrità, a causa di scelte ritenute commercialmente valide.

      L’autore esprime la convinzione che questa mancanza di sensibilità artistica da parte dei produttori contribuisca a mantenere una diffidenza persistente da parte degli scrittori nei confronti del cinema. Di conseguenza, il settore cinematografico continua a dipendere da opere di seconda mano, attingendo prevalentemente da adattamenti di opere teatrali o narrative già esistenti.

      Si giunge così alla conclusione che l’inferiorità del cinema non potrà essere superata finché la sceneggiatura non sarà elevata a un genere letterario di pari dignità rispetto al dramma o al romanzo. Attualmente, la sceneggiatura cinematografica non è considerata una forma di lettura gradevole o accessibile. L’autore auspica una rigenerazione del cinema attraverso la nascita di un nuovo genere letterario cinematografico, capace di fondere le tecniche del film con la letteratura.

      La questione del ritmo viene menzionata come un elemento fondamentale che spesso manca negli scenari tradizionali, e che è essenziale per distinguere la prosa d’arte da quella commerciale. L’autore conclude con l’auspicio che, quando si riuscirà a pubblicare e leggere opere cinematografiche in forma scritta, indipendentemente dalla loro eventuale realizzazione, potrà cessare l’attuale inferiorità del cinema rispetto ad altre forme artistiche.

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