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      Museo Nicolaiano, tra il panno della manna e il dente della Maddalena

      san nicola15

      Il Museo Nicolaiano è situato all’interno della Cittadella Nicolaiana di Bari, nei locali che facevano parte dell’antico Ospizio del Pellegrino, a pochi passi dalla Basilica, dove sono conservate opere e reperti legati alla figura del Santo.
      La Pontificia Basilica di San Nicola ne ha affidato la gestione all’Accademia Cittadella Nicolaiana che nel 2019 ha riqualificato il Museo con un nuovo percorso espositivo, una audio-guida  in diverse lingue per accompagnare i turisti in un percorso conoscitivo tra le opere del museo, la Basilica e il complesso della Cittadella Nicolaiana.

      Il Piano Terra, consente di attraversare le epoche storiche, da quella greco romana, passando per quella bizantina, fino a giungere a quella normanno sveva. Opere di alto valore storico – religioso sono: la Corona Votiva di Ruggero II, lo Smalto di Ruggero II e la pergamena con il Sigillo di Federico II di Svevia.

      Ci si ritrova, dunque, dinnanzi a quel che viene chiamato il “Tesoro di San Nicola”: i doni più preziosi, i paramenti sacri, i codici e gli oggetti liturgici dedicati al Santo. Tra gli oggetti più importanti troviamo: il Sigillo originale della Tomba di S. Nicola, la Pergamena dei 62 marinai, il Pastorale dell’Abate Elia e il Panno della Manna.

      A seguito della creazione del Museo Nicolaiano, é stata istituita anche la Cappella delle Reliquie, conosciuta anche come Cappella del SS. Sacramento. Si tratta di un’importante sezione della Basilica che accoglie tutti i tesori un tempo conservati nella Sala del Tesoro. Questo angolo della chiesa non è normalmente accessibile per le visite turistiche, ma è riservato alla preghiera personale, offrendo un’atmosfera di calma e riflessione.

      La vetrina di sinistra è particolarmente significativa, poiché espone la reliquia di San Tommaso Apostolo, riconoscibile per la freccia che tiene nella mano destra. Nella base della stessa vetrina si trova una reliquia della Maddalena. Tra le reliquie più antiche documentate in Basilica, quella di San Tommaso risale al 1102, sostenuta da una relazione del famoso scrittore barese dell’epoca, Giovanni Arcidiacono. È probabile che anche la reliquia di San Giacomo Minore, con il suo bastone nodoso nella mano sinistra, risalga all’epoca delle crociate, insieme alla reliquia di San Placido. Altre reliquie, come quelle di San Lorenzo, San Biagio, San Sisto, il dente della Maddalena, Santa Lucia e il Velo della Vergine, sembrano appartenere all’epoca angioina, tra il 1266 e il 1442.

      La vetrina di destra presenta la reliquia di San Gregorio Magno, il quale è rappresentato con la tiara e la croce a tre bracci. Accanto a questa, vi è una reliquia che ha goduto di una venerazione eccezionale nel corso dei secoli: la sacra, donata da Carlo II d’Angiò nel 1301. Questa reliquia è legata a un tradizionale miracolo: se il Venerdì Santo coincide con il giorno dell’Annunciazione, la punta della reliquia sanguina, attirando così la devozione dei fedeli. In alto, si trova anche un tempietto dedicato a San Sebastiano, che originariamente era un ostensorio, con un angioletto in cima che reca la scritta “Corpus Domini”.

      Ulteriori reliquie, legate alla Passione del Signore, comprendono la sacra Spugna e la reliquia di San Longino, il centurione che trafisse il costato di Gesù. Segue la reliquia di San Urbano papa, con una palma d’argento nella mano sinistra, e infine una delle reliquie più significative, quella di San Giacomo Maggiore. Questa reliquia crea un legame ideale con il famoso santuario di Santiago di Compostela, noto per i pellegrinaggi. Proprio come nel santuario spagnolo vi è un altare dedicato a San Nicola, nel santuario barese i pellegrini riconoscevano la destra di San Giacomo, associandola immediatamente alle conchiglie che adornano la base.

      Un altro elemento affascinante della Cappella delle Reliquie è rappresentato dai candelieri di cristallo di rocca, di straordinaria fattura, che risalgono alla donazione angioina del 1296. Questi candelieri sono tra i più antichi esempi esistenti in Italia.

      Infine, la cassetta delle reliquie fu preparata subito dopo che i baresi trafugarono le reliquie del Santo, realizzata secondo le forme dei contenitori in cui i marinai conservavano il cibo. Una volta giunti a San Giorgio, a quattro miglia da Bari, ne prepararono un’altra, arricchita con stoffe acquistate ad Antiochia. Sebbene i tre inventari del XIV secolo non la menzionino tra gli oggetti preziosi, la sua rilevanza aumentò nel XVI secolo, quando cominciò a essere documentata. Nel 1659, la cassa originale fu rifatta per iniziativa di don Pedro de Varays, ma nel 1887 i resti lignei furono estratti e riposti in un’urna di cristallo per permetterne la visione da parte del pubblico. Recentemente, un pezzo di questa reliquia è stato portato nello spazio da astronauti russi, i quali hanno lasciato metà nella cappella della Città delle Stelle e hanno donato l’altra metà alla Basilica, arricchendo ulteriormente la sua storia e il suo significato.

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