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      Lame di Puglia, fra cripte e orme di dinosauro

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      Il termine lama è un toponimo locale pugliese utilizzato per indicare un antico corso d’acqua. Le lame infatti sono solchi, ampi ma poco profondi, percorsi un tempo dalle acque di antichi torrenti.

      Partiamo da Lama Picone, con il suo corso che attraversa diversi quartieri della città di Bari. Queste acque, che ora scorrono quasi invisibili nel sottosuolo, un tempo erano responsabili di inondazioni devastanti e di un ecosistema vivace. La lama si intreccia con la storia di Isabella d’Aragona, duchessa di Bari, la quale tentò di domare le acque per bonificare le aree circostanti, intraprendendo opere di ingegneria ispirate ai progetti di Leonardo da Vinci.

      Oggi possiamo osservare solo alcuni luoghi che mantengono le caratteristiche della lama, nel centro cittadino, l’ urbanizzazione ha reso impossibile il riconoscimento dei luoghi dove scorreva il vecchio fiume.

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      Lama Lamasinata, invece, emerge come un patrimonio naturale di inestimabile valore, caratterizzato da grotte, insediamenti storici e una flora e fauna uniche. Questo corso d’acqua ha una storia che si dipana attraverso i secoli e culmina in una scoperta eccezionale: il fossile della balenottera “Annalisa”, rinvenuto nel 1968. Questa scoperta ci riporta indietro nel tempo, a un’epoca in cui il Mediterraneo era popolato da creature marine straordinarie, e le coste pugliesi erano immerse in acque fredde e profondi ecosistemi marini.

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      Un’altra lama del territorio barese è Lama Balice, con il suo parco naturale che la circonda. Lama Balice è ufficialmente un Parco Naturale Regionale, estendendosi su una superficie protetta di 504 ettari che si snodano attraverso i comuni di Bari, Modugno e Bitonto. Con una lunghezza di 37 chilometri, rappresenta una delle lame più estese della provincia barese.

      Il torrente che scorre all’interno della lama era un tempo un ampio fiume, noto come Tiflis, un nome che evoca un antico corso d’acqua dell’isola di Creta. Si ipotizza che la fondazione di Bitonto sia stata influenzata da profughi fuggiti dall’isola di Santorini e da Creta, a seguito di una catastrofica eruzione vulcanica avvenuta nel II millennio a.C., accompagnata da terremoti e maremoti.

      L’intero bacino di Lama Balice è costellato di casali medievali, chiese e masserie, che testimoniano la continua presenza di insediamenti umani nel tempo. Inoltre, il parco è un vero e proprio caleidoscopio per gli appassionati di entomologia, con oltre trenta specie di farfalle diurne che abitano l’area. Alcuni punti di Lama Balice rimangono in uno stato naturale, mentre altre aree sono coltivate, mantenendo così la biodiversità del parco. Un aspetto affascinante di Lama Balice è la scoperta di orme di dinosauro risalenti a milioni di anni fa. Nel primo decennio degli anni 2000, sono state rinvenute orme in diverse cave, testimoniando la presenza di questi enormi rettili nel passato.

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      Lama Misciano e il Trappeto dell’Olio Rosso

      Tra Lama Balice e la zona industriale di Modugno si estende la contrada Misciano, che presenta la sua lama omonima. Questa diramazione della Lama Balice, purtroppo alterata dall’industrializzazione, conserva tracce di vita medievale e precristiana. Qui si trovano sepolture risalenti al VII-X secolo d.C., tratturi con solchi di carri e antiche strutture rurali, come trulli e masserie. Particolare attenzione merita il Trappeto di Montepeloso, noto per un tragico episodio legato al periodo dei briganti. La struttura, nonostante l’aspetto attuale, è un’importante testimonianza storica e architettonica della zona.

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      Osservando il paesaggio dal Belvedere della Selva di Fasano o dai monti di Cisternino, il verde argenteo degli ulivi si estende come una coltre uniforme di terreno fertile, che si stende dolcemente dalle colline fino al mare. Come abbiamo detto, in questo panorama apparentemente liscio, si aprono lunghi avvallamenti che interrompono la linearità del territorio. Questo accade anche nei territori tra Ostuni e Monopoli.

      Le lame di Fasano e Monopoli sono tra le più emblematiche, avendo costituito un rifugio sicuro per molti pugliesi durante l’Alto Medioevo. Queste aree sono caratterizzate dalla presenza di numerose cripte nascoste tra le rocce, sovrastate da masserie fortificate che sorgono sui pianori e ai margini delle lame. La difficile accessibilità e la disponibilità di acqua hanno permesso, con il declino delle civiltà rupestri, l’emergere di casali e masserie.

      La più singolare resta Masseria Spina, la cui storia risale al sedicesimo secolo, in un territorio  abitato già nel periodo alto medievale. Qui si possono osservare tracce di antiche palificazioni, una piccola necropoli e insediamenti rupestri con grotte affrescate, che testimoniano la presenza di una comunità numerosa tra il nono e il dodicesimo secolo.

      Nel quindicesimo e sedicesimo secolo, attorno alla Chiesa Minore, furono costruite due torri e vari locali per attività agricole, trasformando l’area in un borgo con circa cento focolari. Il complesso è stato completato nel diciottesimo secolo con la costruzione della Chiesa dell’Immacolata. Oggi è un confortevole resort e spa.

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      Il Parco Rupestre Lama d’Antico, ospita uno dei più suggestivi insediamenti rupestri della Puglia. All’interno di esso è possibile esplorare le diverse strutture che dovevano far parte del villaggio (X-XVI secolo d.C.): l’imponente chiesa scavata nella roccia, le grotte abitazioni e quelle legate al lavoro.
      Nell’area del Parco rientrano anche le incantevoli chiesette rupestri di San Lorenzo e San Giovanni dalle splendide e vivaci decorazioni pittoriche.
      L’intero percorso si svolge all’interno di un incantevole paesaggio naturale animato da uliveti e profondamente immerso nella macchia mediterranea.

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