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      Il dialetto salentino

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      Il dialetto salentino  è una variante  dei dialetti italiani meridionali estremi come lo sono i dialetti parlati in Sicilia, nella Calabria centro-meridionale e nell’estremità più meridionale del Cilento.

      L’area del dialetto salentino comprende l’intera provincia di Lecce, gran parte del territorio della provincia di Brindisi e la porzione sud-orientale della provincia di Taranto.

      La storia dei dialetti salentini, di sostrato messapico, è molto complessa ed articolata.

      Varie sono le teorie sostenute circa lo sviluppo di tale lingua, ma tanti sono anche i disaccordi tra gli studiosi, che spesso non hanno un quadro ben definito della situazione. Di una cosa, però, si è certi: si tratta di un dialetto derivante da un bilinguismo ben radicato tra lingua romanza (latina) e greca bizantina.

      Già nel periodo della Magna Grecia, con l’importanza sempre maggiore dell’agricoltura rispetto all’industria, le zone fino ad allora rurali acquisiscono importanza urbana; di conseguenza, si assiste ad una ristrutturazione dei ceti sociali che comporta un riassetto anche a livello linguistico: il greco antico, lingua volgare parlata solo nelle zone rustiche, entra a far parte della vita urbana, affiancando così il latino (lingua ufficiale) e influenzandolo a livello fonetico, lessicale e morfosintattico. Tale processo di radicamento linguistico prosegue con l’avvento dell’Impero bizantino, a partire dal sec. VI. Nascono così il salentino romanzo e il salentino greco-bizantino, frutto di prestiti reciproci delle antecedenti parlate della zona (latine e greche) e dirette ascendenti degli attuali dialetti salentini.

      Persistono i prestiti e le influenze reciproche tra lingua romanza e lingua bizantina durante buona parte dell’Alto Medioevo e in determinati periodi si assiste ad una maggiore influenza del greco sul latino.

      Le prime tracce scritte della lingua salentina, a noi pervenute, risalgono all’XI secolo: si tratta di 154 glosse, scritte con caratteri ebraici, contenute in un manoscritto conservato a Parma, la cui datazione si fa risalire intorno al 1072, proveniente da una accademia talmudica di Otranto. Il salentino usato nelle glosse è ancora in bilico fra latino e volgare, con parecchi grecismi.

      Una delle fonti letterarie più importanti ed utili allo studio del dialetto salentino è il Libro di Sidrac otrantino, ossia il volgarizzamento salentino del Libro di Sidrac.

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