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      Gravina in Puglia, la città in bilico fra lo spazio e il cielo

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      La città di Gravina in Puglia, con la sua strategica collocazione e il suo ricco patrimonio storico, vanta una storia millenaria che affonda le radici sin dal Paleolitico. Le evidenze archeologiche suggeriscono che il territorio fosse abitato già in epoche remote, grazie alla presenza di corsi d’acqua e risorse naturali che favorirono gli insediamenti umani. I resti più significativi si datano al Neolitico, risalendo a circa 5950 a.C., trovati in località Casa S. Paolo e Ciccotto.

      Il canyon è il risultato di millenni di erosione da parte dei corsi d’acqua, che hanno creato profonde insenature nel territorio. Il torrente che attraversa la Gravina ha sempre rappresentato una risorsa vitale per gli abitanti locali, fungendo da fulcro attorno al quale la città ha preso forma e si è sviluppata.

      L’insediamento originario, noto come Sidion, risale all’età neolitica ed era situato sul colle Petra Magna (o Botromagno), proprio di fronte all’odierna Gravina. Con l’arrivo dei Greci, Sidion si affermò come un centro importante, tanto da coniare la propria moneta. Con l’espansione dell’Impero Romano, la città assunse il nome di Silvium e divenne una stazione militare lungo la Via Appia, fondamentale per rifornire le truppe in movimento. Tuttavia, la città subì una serie di calamità, tra cui un terremoto nel 455 d.C. e l’invasione dei Vandali guidati da Genserico, che ne segnarono la fine.

      Dopo la distruzione, gli abitanti di Silvium trovarono rifugio nelle caverne del burrone della Gravina, trasformandole in abitazioni. Alcuni di questi spazi sono ancora visibili oggi, con nicchie e serbatoi d’acqua che testimoniano la vita di queste antiche popolazioni, che avevano conosciuto il fulgore delle civiltà greca e romana.

      Una delle esperienze più affascinanti da vivere a Gravina è la visita ai numerosi siti rupestri, che superano le ottanta unità. Tra questi, spiccano le chiese e i santuari scavati nel tufo, come la cripta di San Vito Vecchio, il santuario della Madonna della Stella e la chiesa di San Michele delle grotte, quest’ultima situata nel rione Fondovico e considerata la chiesa madre dei profughi.

      Un elegante ponte-acquedotto, costruito alla fine del XVII secolo, collega i due versanti della Gravina e serviva per trasportare l’acqua in città. Sebbene il ponte sia crollato a causa di un terremoto nel 1722, fu successivamente ricostruito dagli Orsini. Attraversando il ponte, si può raggiungere il bastione medievale, l’unico resto dell’antica cinta muraria che ha protetto la città da numerosi assedi nel corso dei secoli.

      Continuando lungo una strada acciottolata, si giunge al centro storico di Gravina, caratterizzato da un’architettura affascinante e un intrico di vicoli. Qui, il Palazzo Ducale Orsini in Piazza della Repubblica è uno dei monumenti più significativi, testimonianza del potere della famiglia Orsini, che governò la città per cinque secoli.

      Tra gli altri edifici storici, il Palazzo Vescovile di Gravina, risalente al IX secolo e ricostruito nel XVI secolo, e la Biblioteca Finya, la più antica della Puglia, situata in Piazza Notar Domenico. La città ospita anche diversi musei, tra cui il Museo e Biblioteca della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, il Museo Civico Archeologico e il Museo della Civiltà Contadina.

      La Cattedrale di Gravina, costruita nel 1065 e ricostruita dopo il terremoto del 1456, merita una visita per le sue opere d’arte e la sua storia affascinante. Altre chiese storiche, come quelle dedicate a Santa Sofia, San Nicola e San Francesco, arricchiscono ulteriormente il patrimonio religioso della città.

       

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