Weekend Sale is Live.
Get in touch @ +1234567890

Carrello

9

Carrello

Quantità
12,00 
Quantità
22,00 
Quantità
5,00 
Quantità
4,00 
Quantità
5,00 
Quantità
5,00 
Quantità
5,00 
Quantità
5,00 
Quantità
5,00 

    Carrello

    9

    Carrello

    Quantità
    12,00 
    Quantità
    22,00 
    Quantità
    5,00 
    Quantità
    4,00 
    Quantità
    5,00 
    Quantità
    5,00 
    Quantità
    5,00 
    Quantità
    5,00 
    Quantità
    5,00 

      Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, il macellaio guercio

      girolamo scaled

      Figlio di Giulio I Acquaviva d’Aragona (1607-1626), conte di Conversano, e di Caterina Acquaviva d’Aragona, duchessa di Nardò, unificò le due linee di discendenza della famiglia. Succedette al padre nel 1626 e mantenne il suo ruolo di signore fino al 1665, anno della sua morte.

      Detto il “Guercio” a causa di un difetto visivo (occhio strambo), Giangirolamo era considerato dai sudditi un uomo malvagio, vendicativo e, per questo, assai temuto: religioso e praticante (devoto ai Santi fratelli Martiri e Medici Cosma e Damiano)

      Ancora oggi sopravvivono cupe leggende su di lui, non sorrette da valide documentazioni. Pare – e non fu l’unico – che si avvalesse dello ius primae noctis, e, tuttora, i conversanesi si dicono tutti figli del conte.

      Ancora, si narra che, per esercitazione, sparasse dalla torre del castello alle povere donne che attingevano l’acqua dai pozzi, o facesse scuoiare i ribelli canonici di Nardò per tappezzare con le loro pelli le poltrone.

      Il conte aveva la passione per i cavalli del suo pregiato allevamento (razza Conversano), avviato dall’avo Giulio Antonio I nel 1456.

      Giangirolamo ebbe cinque fratelli di cui quattro monache. Una di queste, Donata, fu badessa mitrata del monastero di San Benedetto a Conversano. la Madre Superiora, infatti, esercitava il potere temporale (sul clero e a Castellana Grotte), caso unico per una religiosa.

      La residenza del conte era soprattutto il castello di Conversano, ma trascorreva alcuni periodi anche nel casino di caccia di Marchione e ad Alberobello nel palazzetto-taverna.

      Giangirolamo contribuì alla fondazione di Alberobello, attirando i contadini dei territori vicini a risiedervi.

      Avendo dunque violato il regolamento regio (Prammatica Reale) ad Alberobello, lo spregiudicato conte, nel 1643, fu arrestato e trasferito a Napoli, infine a Madrid, per essere infine scarcerato nel 1646.

      Nel luglio-agosto 1647 il conte fu inviato dal re di Napoli a domare la rivolta di Nardò e Lecce a seguito della rivolta di Masaniello a Napoli del 7 luglio 1647.

      Dopo una trattativa di mediazione affidata al vescovo di Lecce, Pappacoda, dal 3 al 6 agosto 1647 invase le campagne di Nardò con 4000 armati e, oltre ad arrestare e processare i capi della rivolta, uccidere il sindaco, ne approfittò per eliminare alcuni avversari tra cui l’arciprete Filippo Nuccio e quattro abati che vennero archibugiati e decapitati e di cui fece collocare le mozze teste sugli stalli del Duomo. Rase al suolo parecchie case, vi sparse il sale, vi pose segni d’infamia.

      Nel 1649, in seguito a nuovi e gravi abusi feudali, Giangirolamo fu di nuovo condotto a Madrid e rinchiuso in carcere, dove rimase per 16 anni, fino al 1665. In quell’anno, mentre si accingeva a rientrare in patria, morì, a 65 anni, forse per malaria.

      Il corpo fu imbalsamato e tumulato nella cappella del Rosario del monastero di San Benedetto a Conversano.

      Lascia un commento

      Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

      Carrello

      9

      Carrello

      Quantità
      12,00 
      Quantità
      22,00 
      Quantità
      5,00 
      Quantità
      4,00 
      Quantità
      5,00 
      Quantità
      5,00 
      Quantità
      5,00 
      Quantità
      5,00 
      Quantità
      5,00 

        You have not viewed any product yet!

        Back To Shop