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      Di piazza in piazza. Dalla Grecia alla Grecia Salentina

      aki

      Si entra in una piazza come si entra in un sogno.

      Possiamo trovare degli amici, degli amanti, degli sconosciuti, delle idee, delle parole, l’amore.

      A volte si parla, a volte si rimane in silenzio.

      E’ bello immaginare piazza Navona  quando non c’erano tutti quei turisti. Piazza Navona nella Roma antica era uno stadio voluto dall’Imperatore Domiziano, che poteva ospitare 30.000 spettatori. Il nome della piazza era originariamente «in Agone», dal greco agones, «giochi», poiché lo stadio era usato solo ed esclusivamente per le gare di atletica. (*Piazza in Agone → Piazza Naone → Piazza Navona)

      A me ha sempre incantato quello che c’è dietro le piazze. Le stradine minuscole e strette, i negozietti, tutto ciò che aspetta di essere svelato, scoperto.

      La piazza dà una sensazione di sicurezza.

      Una piazza è un punto di riferimento nella nostra vita. È un segnalibro. Ci ricorda di un certo periodo, di un certo giorno, di un certo momento.

      Dio sta nelle piazze. Tant’è vero che ovunque troviamo una piazza del Duomo.                         I Santi abitano nelle piazze. Condividiamo la stessa panchina con loro ogni giorno.

      Un giorno sono entrata in Piazza del Sole che si trova in un paese del Sud Italia. In Puglia. Nel Salento. Nella Grecìa Salentina. Il paese si chiama Calimera e già dal nome ti senti il benvenuto. Καλημέρα in greco è un modo di salutare, di dire buongiorno! Era un giorno d’estate e faceva un caldo tremendo. All’angolo di questa piazza abitava il Sole che riscaldava anime e pensieri.

      Il Sole sorge a Calimera e si ha la sensazione che ogni strada sia irradiata da un suo raggio. E che ogni raggio sfiori la pelle dei passanti.

      So che a Palermo c’è una piazza comunemente chiamata Piazza della Vergona, per la nudità delle statue che compongono la fontana. Ma a volte sembra più nudo il piglio svergognato delle persone ben vestite.

      A Salonicco finisco sempre per trovarmi nella piazza di Aristotele. Forse perché è la più bella. Forse perché dà sul mare, o forse perché Aristotele condiziona ancora il nostro pensiero.

      Vedo la piazza come un’eterotopia. Uno spazio che è connesso a tutti gli altri spazi. Così vedo la Grecia. Come un’eterotopia. Come una piazza.

       

      Μαρία

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