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      Brindisi, storia di un porto

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      Brindisi è una delle città più antiche di Puglia, si tratta di uno dei porti naturali più grandi di tutto il Mar Mediterraneo, definita per questo Porta d’Oriente.

      La Brindisi messapica scambiò e commerciò con tutte le popolazioni greche dell’Egeo. Il Museo Archeologico di Brindisi documenta la storia di tali commerci e l’influenza greca nella crescita e prosperità della città.

      Scopri il Museo Archeologico di Brindisi

      I Romani la conquistano nel 266 a.C. d trasformandola in un fondamentale scalo per l’Oriente, per questo motivo i brindisini pochi anni dopo (nel 240 a.C.) acquisirono di diritto la cittadinanza romana.

      Venne costruita prima la Via Appia e poi la via Traiana.

      Leggi anche Le Vie Romane di Puglia

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      A Brindisi è nato il più grande tragediografo latino (nipote del leccese Quinto Ennio)  Marco Pacuvio, considerato da Cicerone il padre della letteratura latina. A Brindisi si trattenne per un periodo Orazio, accompagnato da Mecenate, mentre il celebre poeta Virgilio vi morì nel 19 a.C. tornando da un viaggio in Grecia. Nel periodo di massimo splendore di Roma, Brindisi rappresentava forse il porto più importante di tutto l’impero; proprio il suo scalo sarà importante anche nel Medioevo per le crociate in Terrasanta, e nel XIX secolo per il collegamento tra Londra e le Indie Orientali (molte tombe inglesi risalenti alla seconda metà dell’Ottocento sono presenti nel principale cimitero comunale).

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      Brindisi, come fu per Lecce, divenne prestissimo un importante centro per l’evangelizzazione della zona. Nel VI secolo fu occupata dai Goti e poco più tardi venne conquistata da Romualdo. I sareceni la occuparono nel IX secolo per poi tornare stabilmente sotto il controllo dei Bizantini. 
      Dall’XI secolo fu normanna e entrò a far parte del Principato di Taranto e quindi del  Ducato di Puglia e Calabria. Durante il periodo delle Crociate, Brindisi riottenne la sede episcopale e vide la costruzione della  cattedrale e del castello.

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      Nella Cattedrale si celebrarono le nozze del principe normanno Ruggero, figlio di re Tancredi (che nel 1192 vi lasciò a ricordo una fontana monumentale) e nel 1225 si sposò Federico II con l’erede alla corona di Gerusalemme, Isabella di Brienne.

      Dal 1496 al 1509 appartiene a Venezia, per poi passare sotto il dominio aragonese. Proprio sotto il periodo aragonese inizia il lungo periodo di declino di Brindisi, con il progressivo impaludamento del porto.

       l’aristocrazia viveva nella dissolutezza più assoluta, il popolo viveva nella povertà più disperata. Stanchi di questa drammatica situazione, il 5 giugno del 1647 due piccoli commercianti navali, Teodoro e Donato Marinazzo, organizzarono e aizzarono la folla in una rivolta che vide la prigionia del sindaco, l’incendio del palazzo della zecca, l’assalto alle dimore dei nobili al servizio della Spagna e culminò con l’instaurazione di una specie di “governo autonomo”; la rivolta fu sedata solo un anno dopo, quando fu inviata una flotta ad espugnare la città. I fratelli Marinazzo vennero catturati e impiccati a Napoli il 29 gennaio 1650.

      Con la successiva dominazione borbonica si ebbe un periodo di crescita economica: nel 1775, sotto Ferdinando I delle Due Sicilie, fu riattivato il canale d’uscita del porto interno e furono risanate le paludi adiacenti alla città.

      L’annessione al Regno d’Italia, nel 1860, e l’apertura del canale di Suez, nel 1869, portarono a Brindisi una linfa vitale nuova, che permise di diventare il terminale preferenziale per la Valigia delle Indie e importante snodo mercantile per la grande ex colonia britannica.

      Durante la seconda guerra mondiale Brindisi divenne sede del comando alleato per il basso Mare Adriatico, acquisendo una notevole importanza strategica e pagando tale ruolo con diversi bombardamenti nella zona storica.

      Tra il settembre 1943 e il febbraio 1944, successivamente alla fuga di Vittorio Emanuele III da Roma, la città offrì rifugio all’intera dinastia divenendo per sei mesi sede temporanea di governo.

      Cosa vedere:

      Il Castello di terra e il Castello di mare

      Il Tempio di San Giovanni al Sepolcro

      Colonne Terminali della Via Appia

      Chiesa Santa Maria del Casale

      Museo Archeologico Ribezzo

      Palazzo Granafei Nervegna

      Monumento al Marinaio d’Italia

      Basilica della Visitazione e San Giovanni Battista

      Portico dei Cavalieri Templari

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