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      Antonio Verri, il poeta che fece della cultura una militanza

      AVerri

      Antonio Leonardo Verri, nato a Caprarica il 22 febbraio 1949, è stato un romanziere, poeta, giornalista ed editore italiano nonché prezioso operatore culturale e principale animatore del dibattito letterario degli anni Ottanta dell’Avanguardia meridionale. È stato sovente collocato dalla critica locale tra i cosiddetti “poeti maledetti salentini”, insieme all’amico Salvatore Toma del quale Verri fu un indispensabile promotore.

      Dal ‘77 al ‘93 ha fondato e diretto le riviste “Caffè Greco”, “Pensionante de’ Saraceni”, “Quotidiano dei Poeti”. Ha collaborato con “Sudpuglia” e curato la direzione di “On Board” e “Titivillus”, oltre che di numerose collane editoriali.
      Le sue opere più note in prosa e poesia sono: Il pane sotto la neve (1983), Il fabbricante d’armonia, Antonio Galateo (1985), La Betissa (1987) e il volume postumo Bucherer l’orologiaio (1995), tutte pubblicate dalla casa editrice salentina Kurumuny.

      La sua indomita caparbia gli ha consentito di fare breccia perfino in un contesto difficile come quello del Salento degli anni ’80, terra arida di risorse e di promesse. Un’impresa memorabile fu quella che lo vide adoprarsi per distribuire quotidianamente e senza sosta per quasi due settimane di seguito il «Quotidiano dei poeti», composto di sola poesia e stampato a Maglie, presso la piccola Erreci edizioni di Pino Refolo, attraverso una rete di amici e militanti, in Puglia, Basilicata, Campania, Lazio, Umbria, Lombardia, Veneto e Trentino.

      La lirica “Fate fogli di poesia, poeti”, il suo manifesto poetico, è considerata un inno alla militanza poetica ed ha ispirato e incoraggiato generazioni di giovani scrittori.

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