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      Acquaviva delle Fonti, dove l’acqua scorre a fior di pelle

      acquaviva delle fonti

      Il territorio di Acquaviva delle Fonti comprende non solo il nucleo centrale del borgo, ma anche diverse frazioni, tra cui Bellarosa, Notarangelo, Parco della Corte, Pratomastro e Quattro Cantoni. Nonostante l’importante espansione edilizia avvenuta negli ultimi decenni, l’abitato conserva ancora oggi tracce significative del suo passato storico e culturale, rendendo la visita a questo luogo un’esperienza affascinante.

      Si tratta di una cittadina di 10.848 apitanti. È situata su uno dei più alti terrazzi (297 m.) della regione delle Murge, in una breve conca di terreni argillo-sabbiosi, che interrompono l’uniformità della massa calcarea permeabilissima. Perciò, Acquaviva è una delle poche località della Puglia fornite di acque potabili a limitata profondità (6-10 m.): di qui l’origine del nome.

      La Storia
      Le origini di Acquaviva delle Fonti sono avvolte da varie teorie, ma le più attendibili indicano che i primi insediamenti risalgano al IV-V secolo a.C., localizzati nei pressi della collina di Salentino, non lontano dall’attuale abitato. Gli scavi archeologici effettuati nel 1976 hanno rivelato l’esistenza di diverse abitazioni, accanto a cui sono stati rinvenuti scheletri umani, segno di una comunità stabilmente insediata. Gli abitanti di questo primo centro, probabilmente attratti dalla fertilità dei terreni e dalla ricchezza delle acque sorgive, si spostarono a valle dopo aver subito devastazioni, forse a causa di incursioni barbariche.

      Durante il Medioevo, Acquaviva venne distrutta dai barbari, ma fu successivamente liberata dall’Imperatore Ludovico II dai Longobardi e dai Saraceni. Dopo questo periodo, il borgo passò sotto il dominio normanno, e successivamente fu governato dagli Svevi, dagli Angioini e dagli Aragonesi. Dopo le guerre napoleoniche, la città tornò sotto il controllo dei Borboni e, nel 1861, divenne parte integrante del Regno d’Italia.

      Da Vedere
      Nel borgo di Acquaviva, uno dei luoghi imprescindibili da visitare è la cattedrale, dedicata a Sant’Eustachio, che rappresenta una delle quattro basiliche palatine della Puglia. La costruzione di questa maestosa chiesa fu completata nel 1594 e venne consacrata nel 1623. Al suo interno, i visitatori possono ammirare un ambiente luminoso e colorato, caratterizzato da numerosi archi, volte a vela e una cripta suggestiva.

      Un altro monumento emblematico è la Torre dell’Orologio, il cui attuale aspetto è frutto di una ristrutturazione avvenuta tra il 1824 e il 1825, anche se la costruzione originaria risale ai primi anni del Cinquecento, commissionata dal duca d’Atri Andrea Matteo Acquaviva. Sulla campana più grande è presente lo stemma del duca, datato 1559, che testimonia la storicità del monumento.

      Tra le architetture di rilievo, emerge il Palazzo De Mari-Alberotanza, eretto per volere del principe Carlo De Mari alla fine del XVII secolo. Questo palazzo, che integra un torrione dell’ex castello normanno, è attribuito all’architetto genovese Riccobuono e presenta una facciata decorata con una triplice balconata e un elegante portone d’ingresso. La struttura è composta da oltre cento ambienti e vanta una corte interna con loggiato al primo piano, ornata dallo stemma araldico dei principi De Mari.

      acquaviva palazzo de mari 2

      Un altro punto d’interesse è la Cassarmonica, costruita nel 1907 grazie alle donazioni dei cittadini, che volevano rendere omaggio al Gran Concerto Bandistico di Acquaviva, di grande rilevanza in quel periodo. L’opera, realizzata dai fratelli Bellini di Bari in cemento armato, è adornata da una statua di Santa Cecilia e dai profili di celebri musicisti pugliesi sui capitelli.

      Non può mancare una visita alla mostra archeologica permanente “Salentino, alle origini della città”, che espone circa 100 reperti risalenti al periodo tra il VI e il III secolo a.C., rinvenuti durante gli scavi condotti tra il 1976 e il 1979.

      Da Gustare
      Acquaviva delle Fonti è particolarmente rinomata per la sua cipolla rossa, un prodotto locale dal caratteristico colore violaceo che si schiarisce verso l’interno, fino a diventare completamente bianco. Questa cipolla è famosa per la sua dolcezza e per la tipica forma appiattita, e la sua coltivazione avviene seguendo metodi tradizionali: viene seminata a settembre e raccolta nei mesi di luglio e agosto. Questo prodotto è così pregiato da essere riconosciuto come un Presidio Slow Food. Anche il Cece nero della Murgia carsica, anch’esso prodotto ad Acquaviva, è molto apprezzato per il suo sapore intenso e le sue proprietà nutritive, essendo ricco di fibre e ferro.

      La tradizione enogastronomica del comune è completata dal vino Primitivo, prodotto con uve che beneficiano dei terreni calcarei e dei fenomeni carsici tipici della zona. Questi tre prodotti principali sono celebrati in diverse feste enogastronomiche organizzate dalla Pro Loco locale in collaborazione con l’Amministrazione comunale e vari produttori locali.

      Cosa Fare
      La festa di Sant’Eustachio, patrono di Acquaviva, è l’evento più significativo che rievoca le tradizioni e le origini della comunità. Si celebra ogni anno il 20 maggio e, secondo la tradizione, fu designata dai Normanni. Nella cattedrale, i visitatori possono ancora vedere le reliquie del santo, custodite in un altare costruito con marmo di pregevole qualità.

      Altri eventi importanti nel calendario di Acquaviva includono la festa dedicata a Maria Santissima di Costantinopoli, che si svolge il primo martedì di settembre, durante la quale si può assistere al tradizionale lancio del pallone aerostatico, e la Sagra del calzone di cipolla, che offre degustazioni dei piatti tipici del territorio, contribuendo così a mantenere viva la cultura gastronomica locale.

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