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      A cosa serva la filosofia ?

      accademia platonica 1

      L’idea di un “senso politico della filosofia” emerge chiaramente, suggerendo che i filosofi, pur dedicandosi a questioni astratte e logiche, non possono disconnettersi dalle realtà socio-politiche del loro tempo. La discussione tra Wittgenstein e Malcolm rappresenta un esempio emblematico di come le convinzioni politiche possano influenzare le interazioni e le riflessioni filosofiche, evidenziando la tensione tra razionalità e passione.

      Il conflitto tra Wittgenstein e Malcolm, che si sviluppa su una questione apparentemente marginale, diventa un simbolo della sfida più ampia che i filosofi affrontano nel tentativo di conciliare le loro teorie con la realtà. Wittgenstein, con la sua reazione emotiva, suggerisce che la filosofia non può essere un mero esercizio di logica, ma deve avere un impatto pratico e politico sul mondo. La sua insoddisfazione nei confronti di un pensiero che ignora le questioni cruciali della vita quotidiana riflette una preoccupazione più ampia sulla rilevanza della filosofia.

      Inoltre, il concetto di episthéme, come forma di conoscenza diretta e personale, contrapposto alla doxa, ci invita a riflettere su come i filosofi si posizionano rispetto alle opinioni comuni. L’idea che la filosofia debba essere una forma di sapere autogenerato e non una mera ripetizione di idee altrui è fondamentale per comprendere il ruolo del pensatore nella società. La distinzione tra il sapere del filosofo e l’opinione comune sottolinea l’importanza di un approccio critico e personale alla conoscenza.

      Tuttavia, la storia della filosofia è anche costellata di esempi di “goffaggine” e ingenuità, in cui i filosofi, nonostante le loro aspirazioni, sono caduti in errori politici o hanno mostrato una certa incapacità di orientarsi nei problemi concreti del loro tempo. La figura di Talete, che cade nel pozzo mentre guarda il cielo, diventa un simbolo di questa disconnessione tra il pensiero teorico e la realtà pratica. Allo stesso modo, aneddoti riguardanti filosofi come Tommaso d’Aquino e Platone evidenziano come le loro aspirazioni ideali spesso si scontrino con la dura realtà politica.

      Il tema dell’ingenuità filosofica si intreccia con quello della responsabilità etica e politica del filosofo. Il passo in cui si discute l’atteggiamento dei filosofi nei confronti delle ideologie dominanti, sia quelle di destra che di sinistra, mette in luce come, nonostante le buone intenzioni, molti pensatori abbiano faticato a mantenere una posizione critica e obiettiva. La storia offre numerosi esempi di filosofi che, per ragioni ideologiche o politiche, hanno preso posizioni discutibili, riflettendo una mancanza di consapevolezza rispetto alle conseguenze delle loro scelte.

      La sfida per i filosofi non è solo quella di affrontare questioni astratte, ma anche di impegnarsi attivamente nel dialogo politico e sociale, riconoscendo che la vera saggezza risiede nella capacità di coniugare pensiero e azione. La filosofia, quindi, deve essere vista non solo come un campo di studio accademico, ma come un impegno vivo e dinamico, capace di affrontare le complessità e le sfide del mondo moderno.

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