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      Acaya, la città fortezza

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      A pochi chilometri dalla Riserva naturale delle Cesine si nasconde un borgo incastonato fra le stringhe del tempo.

      Acaya è una piccola frazione del comune di Vernole, in provincia di Lecce.

      Si tratta di una città fortificata, con schema viario a maglia ortogonale, caratteristico dell’Italia meridionale del XVI secolo.

      Una cittadella medievale rimasta intatta.

       

      Un po’ di Storia:

      L’opera rappresenta l’ingegno architettonico di Gian Giacomo dell’Acaya, regio ingegnere militare di Carlo V.
      Lo scopo che lo indusse a fortificare il vecchio borgo di Segine, poi rinominato Acaya dal nome della sua famiglia, scaturiva dall’idea secondo cui esso poteva svolgere funzioni difensive, essendo vicino al mare.
      Il castello, risalente al 1535/36, ha una struttura trapezoidale circondata da mura a sagoma rettangolare e da un fossato.

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      All’interno si accede attraverso una porta rinascimentale situata a fianco della torre di nord-est. Il cortile interno ricalca lo schema esterno e da qui si ha accesso alle sale coperte a botte o a crociera, alle carceri e all’ampia scuderia situata sul lato ovest: all’interno di quest’ultima è possibile notare la presenza di resti di un frantoio in pietra costruito alla fine del XIX secolo.

      Da una scala posta nel cortile si accede al piano superiore riservato a dimora gentilizia.

      Degna di nota è l’elegante sala ennagonale, usata per scopi residenziali, nella quale spicca la presenza di un fregio figurato che copre l’intero perimetro della sala, contenente anche le effigi di Alfonso e Maria dell’Acaya.

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      Nel corso della ristrutturazione del castello, dal lato nord dell’antico maniero sono affiorate le tracce di una costruzione di epoca medioevale poi rivelatasi una piccola chiesa bizantina e sotto di essa alcune sepolture.

      Durante i lavori di restauro è stato ritrovato anche un affresco all’interno di una intercapedine.
      Si tratta di una Dormitio Virginis databile alla seconda metà del Trecento, estesa circa quattro metri per tre.

      La raffigurazione, perfettamente conservata, rappresenta gli Apostoli che assistono alla morte della Vergine e Gesù che ne raccoglie l’anima per presentarla al Padre, secondo la tradizione iconografica dei Vangeli apocrifi.

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      Il Castello di Acaya ospite un museo dedicato al sito archeologico di Roca, uno fra i più antichi e importanti insediamenti nell’età del bronzo e in epoca messapica.

      Leggi: Museo della civiltà di Roca

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