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      Il Calvario di Manduria, l’opera che ispirò Gaudì

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      La costruzione risale ai primi anni dell’Ottocento ad opera dei sacerdoti liquorini. Gli uomini religiosi della Congregazione del Santissimo Redentore fondato da Sant’Alfonso de’ Liguori, decisero, nel 1839, di piantare nel terreno del centro della città cinque croci come luogo simbolico nel quale potersi incontrare per pregare e meditare durante la quaresima.

      Una prima bozza del monumento fu realizzata in poco tempo. A non essere soddisfatti del piccolo sacello furono però gli abitanti del luogo, che ben presto optarono per la modifica dell’edificio. L’arciprete dell’epoca, Marco Gatti, decise quindi di incaricare il laico Giuseppe Renato Greco di abbellire la costruzione dei sacerdoti alfonsini.

      Dopo quarant’anni di lavoro, Giuseppe Renato Greco consegna alla cittadina pugliese e alla regione, questo capolavoro di arte naif, che evoca e anticipa il parco Güell di Barcellona.

      Gaudì non segnala nei suoi diari di averlo visitato, ma nel suo peregrinare nell’Italia del Sud, non è difficile ipotizzare che si sia imbattuto nell’opera di Renato Greco.

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